I macro-obiettivi del Complexity Education Project sono essenzialmente due: 

1. dare un contributo alla formazione alla complessità con la complessità, ovvero con l’utilizzo di percorsi non lineari, non semplificanti, e quindi rispettosi del paradigma e del pensiero complesso: la Mappa concettuale interattiva presente nella home page del nostro sito esprime questo approccio non lineare ai diversi aspetti delle reti e dei sistemi dinamici aperti: anche chi si avvicina per la prima volta a questi temi può farlo così senza seguire un tracciato lineare (il tracciato lineare tradisce per definizione l’idea stessa di complessità, di “intrecciato insieme”), scegliendo non solo la propria specifica via di entrata al complesso mondo della complessità (dal blocco storico? da quello matematico e modellistico? da quello epistemologico? dalle applicazioni concrete delle teorie della complessità?), ma anche il suo proprio percorso, che può snodarsi saltando da un blocco all’altro, esaurendo ciascun argomento o cercando spunti veloci all’interno dei vari punti di vista presenti nella mappa concettuale interattiva.

2.  costituire un punto di incontro, di scambio di informazioni e di collegamento fra le variegate (e spesso eccellenti) realtà di ricerca e di studio di questi temi in diverse aree disciplinari e geografiche del nostro Paese, con un costante riferimento alle eccellenze internazionali: è sempre più sentito infatti, tra chi si occupa di complessità nelle diverse discipline, il bisogno di entrare a contatto con chi si occupa degli stessi problemi in discipline adiacenti o lontanissime, come possono essere la fisica delle particelle dall’ecologia, la medicina dalla finanza, la biologia dall’informatica o dalle scienze della comunicazione o dalla sociologia. Dalla nostra frequentazione di convegni, associazioni, incontri di lavoro in ambiti così lontani tra loro, è emerso il desiderio di porci “a servizio” dei tanti ricercatori e studiosi portatori di esperienze e di problematiche, di casi di studio e di approfondimenti, che possono essere di grande utilità ai colleghi sconosciuti che operano in discipline differenti su fenomeni caratterizzati da analoghi andamenti complessi, con riferimenti convergenti alle reti a invarianza di scala, a pattern emergenti dal basso, a fenomeni di auto-organizzazione e di autopoiesi, a evoluzione e co-evoluzione nel contatto di sistemi aperti con gli ambienti circostanti. L’elenco dei Top link che trovare sulla barra della testata del sito e i Focus sui siti, sugli eventi e sui libri che trovare nella colonna di sinistra della home page vogliono quindi essere un tentativo di creare ponti tra persone che utilizzano lo stesso approccio complesso sapendo poco o nulla l’uno dell’altro. Benvenuti nel nostro laboratorio!

A questi due macro-obiettivi si affiancano altri obiettivi secondari che emergono autonomamente dalla navigazione che ciascuno può fare all’interno di questi materiali, in continua evoluzione dinamica.

 

Terza missione

Tra gli obiettivi del Complexity Education Project (CEP) ci sono, evidentemente, la realizzazione e lo sviluppo di attività didattiche, di ricerca e formazione nei territori della teoria e delle scienze della complessità.

Particolare attenzione è data anche alla cosiddetta Terza Missione dell’Università degli Studi di Perugia.

Il quadro di riferimento generale è quello definito dal Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000, in cui è stato individuato come obiettivo strategico quello di PREDISPORRE IL PASSAGGIO A UN’ECONOMIA COMPETITIVA, DINAMICA E BASATA SULLA CONOSCENZA, in grado di creare inclusione, rafforzando la coesione sociale, e di realizzare una crescita sostenibile e dinamica.

In questa prospettiva, le Università e i centri di ricerca possono avere un ruolo ancor più strategico, dal momento che, oltre ai tradizionali obiettivi strategici (alta formazione e ricerca scientifica), devono aprirsi e prepararsi alla sfida delle sfide: l’apertura all’ambiente di riferimento (ormai globale) e la comunicazione con la società. Uscendo dalle tradizionali “torri d’avorio”.

E così si parla anche di trasferimento della conoscenza:

  • gestione della promozione e della comunicazione dei network per la valorizzazione della ricerca universitaria;
  • organizzazione di incontri di gruppo (matching events) e individuali;
  • individuazione di soluzioni tecnologiche ad hoc per le imprese;
  • supporto tecnico-progettuale all’avvio di spin-off innovative, atte ad operare in settori ad elevato impatto tecnologico, basate sul know how universitario e il trasferimento tecnologico e che vedono la partecipazione, diretta o indiretta, dell’Università;
  • attività di studio e ricerca, di informazione, di consulenza organizzativa e gestionale specializzata e assistenza tecnica, nell’ambito di azioni riguardanti l’innovazione, il trasferimento tecnologico e la ricerca applicata, a livello locale, nazionale ed internazionale
  • organizzazione di corsi di approfondimento, di base ed avanzati, sulle tematiche più strettamente collegate al trasferimento tecnologico, alla ricerca, alla tutela della proprietà intellettuale, alla valorizzazione dei risultati della ricerca, all’accesso alle varie fonti di finanziamento.

 

Tali obiettivi (complessi) si concretizzano, in particolare, nelle seguenti azioni:

  1. azioni nelle scuole: azioni e progetti di “Educazione alla complessità ed alla responsabilità”;
  2. Pubbliche Amministrazioni e aziende di produzione: Formazione alla complessità ed al pensiero sistemico;
  3. formazione e aggiornamento continuo nelle organizzazioni complesse;
  4. attività di ricerca e formazione continua per/con le imprese.