Nel quarto web meeting della serie Complessità in azione: otto leve per cambiare il mondo, si è parlato di complessità e tecnologia, ospiti Paolo Ciuccarelli e Josephine Condemi.
Qui il video della rubrica “Agopunture digitali” di Massimo Conte; di seguito l’articolo con i riferimenti citati, per chi vuole approfondire.
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Il tema di questa puntata di Agopunture Digitali è focalizzato sulla crescita esponenziale dell’AI e il futuro della singolarità tecnologica.
Per parlarne, ci avvaliamo questa volta dei fumetti realizzati da waitbutwhy, sito realizzato da Tim Urban e Andrew Finn che propone riflessioni pungenti e approfondite su tecnologia e società. In particolare, di seguito si farà riferimento alle immagini tratte da questo articolo.
Quando riflettiamo sul progresso, spesso pensiamo ad una curva del genere:
In realtà, come sostiene Ray Kurzweil parlando della Legge dei rendimenti accelerati, la velocità dei cambiamenti e del progresso tecnologico negli ultimi decenni è diventato esponenziale, e sfida la nostra visione intuitivamente lineare del futuro.
Questo significa che facciamo fatica a immaginare un futuro che, nel progresso tecnologico, potrebbe essere rappresentato così:
Più la società avanza, più il tasso di velocità del cambiamento accelera. Per immaginare il futuro oggi, per esempio a come sarà il mondo tra 30 anni, tendiamo a guardare la velocità del cambiamento degli ultimi 30 anni passati e a proiettare quella tendenza linearmente nel futuro. Questo, secondo Kurzweil, potrebbe essere farci incappare in un errore, proprio perché il cambiamento diventerà drammaticamente sempre più veloce.
Facciamo adesso un piccolo salti in avanti, e concentriamoci sulla nostra visione dell’Intelligenza Artificiale. Facendo sempre riferimento all’articolo iniziale postato di waitbuwhy, molte volte abbiamo un’idea dell’intelligenza artificiale “mitizzata”; John McCarthy, creatore nel 1956 del termine “Intelligenza Artificiale”, sosteneva che “appena funzionerà, nessuno la chiamerà più Intelligenza Artificiale”.
Noi attualmente ci troviamo nella transizione e da una AI debole o Artificial Narrow Intelligence (ANI) ad un AI forte o Artificial General Intelligence (AGI). Man mano, come sostiene Kurzweil, il prezzo della potenza computazionale scenderà sempre di più (senza citare l’inflazionata Legge di Moore, non sempre e non più applicabile), ci potremo avvicinare ad una Artificial Superintelligence (ASI), cioè ad una super intelligenza artificiale, con una potenza computazionale pari ai cervelli di tutti gli esseri umani.
È importante ricordare che le previsioni di Kurzweil sono contestate da altri esperti.
Il tasso di crescita esponenziale di hardware e software, come ricordavamo inizialmente, potrebbe essere poco percepito nella prima fase da noi esseri umani…
…ma potrebbe diventare sempre più veloce e prenderci alla sprovvista.
Cosa fare con tutta questa potenza di calcolo? Già oggi utilizziamo la AI per individuare pattern nella sterminata quantità di Big Data, caratterizzati dalle 4 V: Velocità, Varietà, Variabilità, Veridicità.
Ad esempio, l’Università di Stanford ha realizzato lo Human Screenomes Project: in analogia al genoma, hanno coniato il termine “Screenome”, ovvero il genoma, cioè il codice costituito dall’insieme di dati che passano sul nostro schermo. Quindi è stata realizzata una piattaforma per analizzare i dati e facilitare la mappatura nel nostro uso dei media momento per momento. Per mappare e analizzare i frammenti delle nostre vite digitali.
Punto di arrivo: andremo sempre di più verso quella che Khanna e Khanna hanno definito L’età ibrida, in cui la natura umana cessa di essere distinta dalla tecnologia, ma siamo umano e tecnologico sono sempre di più integrati e indistinguibili.