Nell’ottavo appuntamento della serie “Complessità in azione. Otto leve per cambiare il mondo” i due ospiti Pier Luigi Gentili e Luigi Ferrata hanno dialogo della trasformazione ecosistemica.
Qui sotto il video della rubrica “Agopunture digitali” di Massimo Conte; di seguito l’articolo con i riferimenti citati, per chi vuole approfondire.
Pensare per ecosistemi significa guardare ad un quadro più ampio, analizzando gli elementi di un sistema complesso, ma soprattutto le loro relazioni, le interdipendenze, e la loro evoluzione nel tempo.
Quale esempio migliore di sistema complesso vivente in evoluzione della terra stessa (che potremmo chiamare Gaia, per usare i termini di James Lovelock)?
Per comprendere meglio quanto gli equilibri affinché la vita permanga sulla terra sono sottili, e di come l’evoluzione innescata nell’ultimo secolo rischi di essere irreversibile, ci avvaliamo di una nuova applicazione messa recentemente a disposizione da Google: si chiama Google Earth Timelapse. È un’estensione delle mappe di Google, che consente di fare letteralmente un viaggio nel tempo: sono state infatti acquisite e digitalizzate le fotografie di una serie di luoghi del mondo, a partire dal 1984 fino ad oggi.
Questo consente di vedere come questi luoghi si sono evoluti. Ad esempio, il Ghiacciaio Columbia in Alaska, che nel corso di 35 anni si è incredibilmente ritirato.
Fonte: Google Earth Timelapse
Si può vedere, sempre in timelapse, il progressivo prosciugamento del Lago d’Aral, in Khazakistan.
L’effetto, che si può visualizzare sul sito, è di grande impatto. In pochi secondi si può vedere l’evoluzione della terra: siccità, urbanizzazione, cambiamento dei bacini fluviali, deforestazione.
Segnali di cambiamenti, segnali di equilibri fragili.
Passiamo al secondo step: la nostra percezione di essere parte di questo complesso sistema di sistemi.
Sempre Google ha creato una nuova iniziativa per aumentare la consapevolezza di tutti sull’importanza dei piccoli gesti per salvaguardare il futuro del pianeta. Il progetto si chiama “Your plan, your planet“. Consente di effettuare un’autovalutazione dei propri comportamenti per comprendere la propria virtuosità nel consumo di acqua, cibo, energia, e su come attivare circuiti di economia circolare e dare una seconda vita agli oggetti.
Ognuna delle quattro sezioni consente di valutare le proprie abitudini di consumo, offrendo consigli per comportamenti più virtuosi. Qui di seguito una schermata della sezione di valutazione sul proprio consumo idrico: “Make every drop count”, cioè fai in modo che ogni singola goccia conti, cioè abbia un valore.
Punto di arrivo di questa puntata: pensare per sistemi complessi significa comprendere le relazioni nel sistema, ma anche il proprio ruolo all’interno del sistema stesso. Una visione ispirata alla sostenibilità è un modo per pensare alle generazioni future, e garantire loro lo stesso pianeta di cui noi stiamo godendo.
“Complessità in azione” (titolo della serie di web meeting all’intero di cui è “andata in onda” live questa rubrica) significa comprendere come singoli individui quali leve possiamo mettere in atto, con i nostri comportamenti, per attivare leve nei sistemi di cui facciamo parte. Significa avere una visione chiara dei principi che regolano il funzionamento dei sistemi complessi.
Il frame di riferimento più ampio, qui, sono i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Un approccio consapevole e attento ai consumi rappresenta tre leve in una: una individuale, una di interazione su piccoli gruppi (il contagio esemplare), una di cittadinanza attiva come istanze collettive portate all’attenzione dei decisori pubblici.
Ordini di grandezza diverso, ma con uno stesso principio comune: proprietà emergenti che non appartengono ai singoli, ma al sistema. Il clima terrestre è uno di questi: un equilibrio sottile tra ordine e caos, affinché sia possibile garantire la vita sulla terra per come la conosciamo.