Di Massimo Conte
Premessa: questa puntata di Agopunture digitali è stata presentata all’interno del web meeting AperiCep #1: il potere delle infrastrutture digitali del 18 maggio 2021, evento organizzato dal Complexity Education Project per il Festival della Complessità.
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Le big 4, cioè Amazon, Apple, Facebook e Google, occupano una parte importante della nostra vita digitale (e non).
Ma se sono diventati nel tempo i giganti che conosciamo, non lo hanno fatto da sole. Nel corso degli anni hanno acquistato decine di aziende. Tutti hanno seguito uno schema simile. In una prima fase, sono diventate dominanti nella loro attività originale, come l’e-commerce per Amazon e la ricerca per Google. Poi hanno iniziato a fare acquisizioni in nuovi settori per aggiungere flussi di entrate e superare i concorrenti.
Il Washington Post ha recentemente pubblicato un articolo interattivo dal titolo How Big Tech got so big:
Hundreds of acquisitions che citeremo in dettaglio in questa puntata di Agopunture Digitali.
Partiamo da una domanda: sapreste dire qual è stata, nel corso degli anni, la più grande acquisizione fatta da Google? Quattro possibilità di risposta:
- Youtube
- Waze
- Motorola
- Fitbit
Torneremo tra poco sulla risposta.
Concentriamoci ora sul pezzo interattivo del WP. Ognuna delle big 4 ha nel tempo diversificato il suo business.
Come possiamo vedere da questa timeline, accanto al settore principale (rappresentato dalla parte superiore della timeline, cioè la parte emergente dell’iceberg) nel tempo si sono affiancati altri settori.
Ad esempio, nel caso di Apple, insieme alle 27 aziende acquisite nel campo di software/hardware/app, ci sono state altre 96 acquisizioni di aziende in altri settori.
Nell’articolo poi è possibile esplorare in dettaglio, con una timeline verticale, la storia delle acquisizioni e delle espansioni in altri settori, davvero impressionante.
Sia per quantità e qualità, sia perché nonostante siano aziende molto note, non sempre si conosce la storia dell’evoluzione.
Come si legge questa infografica: sulla parte sinistra sono indicate le acquisizioni di aziende fatte da Amazon negli anni, relative allo stesso settore del business primario (libri ed e-commerce). Sulla parte destra, altri “rivoli” che si aggiungono al fiume principale, ovvero altre acquisizioni in altri settori, come ad esempio il sito IMDB, che offre recensioni di film.
Qui sotto ad esempio, un’istantanea della timeline di Amazon nel 2015, anno in cui ha acquisito un numero crescente di aziende nel settore del Cloud Computing. Oggi il cloud computing rappresenta quasi il 60% dei redditi operativi dell’azienda.
Passiamo ora ad Apple: in questo dettaglio della timeline vediamo come nel 2012 abbia acquistato l’assistente virtuale Siri, per poi incorporarlo nei propri servizi. I numeri in fondo all’immagine ci mostrano come nel 2012 il numero di aziende acquistate in altri settori (22) superasse già quello delle acquisizioni nel settore di business originale (19).
Un’altra istantanea, stavolta su Google, che nel 2016 acquista Youtube, all’epoca servizio ancora poco noto. Anche in questo caso, i due numeri in basso ci mostrano come già all’epoca il numero di acquisizioni tra le due tipologie (business iniziale / altri settori) si equivalesse, 24 contro 25.
Ultima immagine: Facebook, che nel 2014 acquista Whatsapp per 19 miliardi di dollari. In questo caso il numero di aziende acquistate appartenenti ad altri settori è già quasi il doppio, 43 contro 25.
Prima di arrivare alle conclusioni di questa puntata, possiamo prima rispondere alla domanda iniziale: l’acquisto più costoso nella storia di Google è stato Motorola, nel 2012, per 12,5 miliardi di dollari. In molti altri casi (Youtube, Waze, Fitbit) si è trattato di acquisizioni di aziende promettenti ma medio-piccole, funzionali alla crescita dell’ecosistema Google.
Fonte immagine: cbinsights.com
Punto di arrivo di questa puntata di Agopunture digitali: come abbiamo visto, i big 4 che conosciamo sono divenuti tali nel corso del tempo attraverso un’ampia politica di acquisizioni. Si tratta, guardando il fenomeno da un punto di vista “complesso” di veri e propri hub.
Se dovessimo rappresentare su un grafico le aziende principali del web per fatturato, uscirebbe fuori una legge di potenza: pochi grandi potenti, che detengono e hanno creato veri e propri ecosistemi: Amazon, Apple, Facebook, Google. Manca un quinto attore, non citato nell’articolo del Washington Post, che è Microsoft.
Si pongono temi più ampi sui sistemi di potere legati al digitale, che esulano dagli obiettivi di questa rubrica, dedicata alla visualizzazione dati di temi complessi.
Per chi volesse ulteriormente approfondire il tema delle acquisizioni delle grandi aziende tecnologiche, qui alcuni link utili: