È possibile eliminare molti dei controlli classici di direzione, ritenuti necessari per gestire una grande organizzazione?
Quali sono i prerequisiti e quali i contrappesi da considerare, per evitare che un approccio manageriale improntato all’autorganizzazione e alla leadership situazionale si trasformi in un catalizzatore di rischi irreversibili?
Cosa significa guidare e agire in un’organizzazione con il contesto e non con il controllo?
Complessità di Ignazio Licata: il primo libro “classico” segnalato per la Biblioteca dei classici della complessità, al Complexity Literacy Web Meeting dell’autunno 2020.
Di seguito il video della presentazione tenuta durante il Web Meeting, e a seguire l’articolo lungo di cui il video è una sintesi.
“Complessità. Uomini e idee al confine tra ordine e caos” è il settimo libro segnalato per la “Biblioteca dei classici della complessità”, al Complexity Literacy Web-Meeting dell’autunno 2020.
Articolo di Massimo Conte
Le domande
Perché circa 600 milioni di anni fa alcune cellule iniziarono ad aggregarsi, dando vita prima ad organismi pluricellulari e poi sempre più complessi, fino ad arrivare all’uomo? Se l’evoluzione si regge sulla sopravvivenza del più forte, perché oltre alla competizione esistono anche fiducia e cooperazione?
Che cos’è la vita? Solo una forma molto complicata di chimica del carbonio? O qualcosa di più sottile?
Che cos’è la mente? In che modo da una massa pesante poco più di un chilo e mezzo (il cervello) possono nascere qualità inafferrabili come la sensazione, il pensiero, l’intenzionalità e la coscienza?
Perché esiste qualcosa invece del nulla? Da un lato sappiamo che dal Big Bang in avanti l’universo ha mostrato una tendenza al disordine, alla dissoluzione e al decadimento, come da secondo principio della termodinamica. Eppure ha generato strutture su ogni scala: galassie, stelle, piante, animali, cervelli.
La domanda è: in che modo? Forse alla tendenza al disordine si contrappone una tendenza altrettanto forte all’ordine, alla struttura e all’organizzazione? Come possono i due processi agire contemporaneamente?
Le risposte
Questi interrogativi hanno un aspetto in comune: si riferiscono tutti ad un sistema complesso, cioè un sistema in cui sono coinvolti numerosi fattori interdipendenti. Basta pensare alle cellule, ai cervelli, alle società.
Le lezioni si sono svolte nell’arco di tre week end; temi principali sonos stati i concetti chiave legati alla parola “complessità”: il pensiero sistemico e l’analisi delle reti sociali applicate all’arte e al design, all’urbanistica e alla data visualization, senza trascurare gli aspetti più innovativi che riguardano l’applicazione del paradigma cognitivo complesso al management e al machine learning, alle fake news e alla politica, ai problemi di conflitto fra trasparenza e diritto alla privacy, per finire con il rapporto tra tecnologia e cultura.
Nel mese di Maggio 2019, il Macro Asilo ha ospitato nelle sue sale la manifestazione ufficiale di apertura della decima edizione del Festival della Complessità, interamente dedicato al tema “Pensare a come pensiamo”: un ricco weekend di eventi che si è concluso domenica 12 maggio con il lancio della prima delle dieci lezioni organizzate dal Complexity Education Project.
Le lezioni si sono svolte nell’arco di tre week end, condividendo e confrontando con il pubblico i concetti chiave legati alla parola “complessità”: il pensiero sistemico e l’analisi delle reti sociali applicate all’arte e al design, all’urbanistica e alla data visualization, senza trascurare gli aspetti più innovativi che riguardano l’applicazione del paradigma cognitivo complesso al management e al machine learning, alle fake news e alla politica, ai problemi di conflitto fra trasparenza e diritto alla privacy, per finire con il rapporto tra tecnologia e cultura.
Negli ultimi anni, in ambito organizzativo è cresciuto l’utilizzo del termine VUCA per indicare un ambiente complesso e incontrollabile, a complessità crescente.
Si tratta in realtà di un acronimo che sintetizza Volatility, Uncertainty, Complexity and Ambiguity, traducibili in italiano con Volatilità, Incertezza, Complessità e Ambiguità. Per Saperne Di Più
Due casi di studio a confronto: il Festival della Complessità e il Macro Asilo di Roma.
Ci sono due iniziative culturali nazionali che coinvolgeranno direttamente e contemporaneamente il nostro Complexity Education Project, anche a livello operativo, nella primavera del 2019: il Festival della Complessità e il Macro Asilo di Roma.
L’auto-organizzazione è un fenomeno che emerge spontaneamente (bottom-up), senza un progetto centralizzato, nei sistemi complessi costituiti da molti elementi collegati tra loro in modo non lineare e strutturati in reti di interazioni, in equilibrio dinamico. In Internet e nel Web l’auto-organizzazione si incontra:
A) nella struttura fisica: il Web si accresce auto-organizzandosi in forma di rete small-world con alto coefficiente di aggregazione e pochi gradi di separazione tra i nodi costituiti dai siti;
B) nella struttura sociale: la rete facilita la nascita e la crescita di comunità auto-organizzate;
C) nella diffusione memetica di idee e comportamenti: esempio, quella dei dissidenti politici auto-organizzati dal basso con l’aiuto dei social network contro le strutture gerarchiche top-down dei regimi contestati.