Nel secondo web meeting della serie Complessità in azione: otto leve per cambiare il mondo, si è parlato di complessità in relazione alle dimensioni dell’umano, ospiti Stefano Zamagni e Marinella De Simone.
Qui il video della rubrica “Agopunture digitali” di Massimo Conte; di seguito l’articolo con i riferimenti citati, per chi vuole approfondire.
Giovedì 18 marzo si è tenuto il secondo appuntamento della serie di web meeting co-organizzata da Complexity Education Project e Complexity Institute dal titolo “Complessità in Azione. Otto leve per cambiare il mondo”.
Qui di seguito il video della serata, ospiti Stefano Zamagni e Marinella De Simone:
Agopunture digitali è la rubrica di Massimo Conte, Coordinatore Editoriale del Complexity Education Project, che “andata in onda” all’interno della serie Complessità in azione: otto leve per cambiare il mondo, co-organizzata da Complexity Institute e Complexity Education Project tra Marzo e Aprile 2021.
Agopunture per instillare piccoli momenti di consapevolezza, di presa di coscienza attraverso il pensiero complesso, per comprendere i fenomeni del mondo che ci circonda.
Come? Attraverso il digitale, e in particolare le visualizzazioni dati. Insieme alla visione complessa, è necessaria una fruizione dei dati e delle loro rappresentazioni basata sul pensiero critico.
Questo è il video della puntata live della rubrica:
In un mondo in cui cooperazione e conflitto si intrecciano, quali sono i punti del sistema dove sarebbe più urgente intervenire come individui e come società?
Come il paradigma complesso ci aiuta a capire cosa fare per innescare cambiamenti che migliorino il benessere comune?
Giovedì 11 marzo è iniziata la nuova serie di web meeting co-organizzata da Complexity Education Project e Complexity Institute dal titolo
“Complessità in Azione. Otto leve per cambiare il mondo”.
Qui di seguito il video del web meeting, ospiti Fritjof Capra e Pier Luigi Luisi.
Giorgia Lupi è una information designer italiana, autrice di Dear Data, un esperimento tra arte e visualizzazione dati nato per focalizzare l’attenzione sugli Small data, cioè i piccoli dati personali, oltre ai Big Data di cui solitamente sentiamo parlare. Per un anno ha tenuto una corrispondenza settimanale con la data designer Stefanie Posavec: ogni settimana ognuna delle due teneva traccia in modo analogico, disegnando su una cartolina, alcuni dati personali (ad esempio il numero di volte in cui si guardava l’orologio durante la giornata; oppure le lamentele). Da questa piccola meravigliosa galleria di datificazione di gesti quotidiani è poi nato il libro. Alcune sue opere sono state esposte al Moma di New York.
Dedalo’97, CIES e Complexity Education Project hanno organizzato, tra Dicembre 2020 e Febbraio 2021, la serie di sei incontri Vivere e crescere nel mondo tutto insiemeper conversare della complessità del “mondo tutto insieme” che la pandemia ha così chiaramente messo in evidenza.
Il 26 Gennaio 2021 (dalle 21 alle 22:30) Massimo Conte ha parlato di dati, complessità e società nel webinar “Internet e il mondo tutto insieme“.
La versione inglese dell’articolo è disponibile a questo link.
Come possiamo orientarci nella complessità del mondo?
Quanto siamo consapevoli di ciò che vediamo, che ci serve per interpretare il mondo?
Nell’ecosistema digitale in cui siamo immersi, quali diventano le nuove competenze di base del cittadino e di chi lavora con i dati come scienziati, designer, giornalisti?
Premessa
L’impatto della malattia Covid-19 ha causato nel 2020 una forte discontinuità su più dimensioni dell’agire umano: la sanità, l’economia, il lavoro, l’educazione. Trasversale a tutte queste ce n’è una meno appariscente, ma che le collega tutte: è quella che riguarda la nostra visione e comprensione della complessità dei sistemi dinamici interconnessi e non lineari in cui viviamo.
A differenza di molte altre quarantene vissute in passato dagli uomini questa è la prima, a livello globale, che si caratterizza per uno scollamento tra corpo e mente: all’isolamento fisico per evitare il contagio, si accompagna una iperconnessione digitale. La conoscenza da parte delle persone è spesso completamente mediata: dai media tradizionali e da quelli digitali. Di conseguenza, la nostra visione del mondo è completamente mediata dalle fonti informative che scegliamo: la nostra percezione e le scelte che ne conseguono sono influenzate dagli interpreti che scegliamo.
La pandemia da Coronavirus ha già avuto alcune conseguenze anche nel nostro rapporto con la conoscenza, che è il tema centrale di questo saggio. Il pensiero e il metodo scientifico sono tornati al centro della scena del dibattito pubblico: le decisioni fondamentali di ordine pubblico e sanitario dei governi prese in base alle consulenze dei comitati scientifici, e in ultima battuta, in base all’interpretazione dei dati; gli aggiornamenti quotidiani su grafici, curve, tendenze come notizie principali nei telegiornali; il dibattito nei social tra i cittadini su quale posizione prendere rispetto a quei dati.
Il Santa Fe institute, centro di ricerca indipendente e no-profit in New Mexico, leader nel campo della formazione nelle scienze dei sistemi complessi, ha recentemente aggiornato la sua offerta di corsi MOOC per il 2021.
“Complessità. Uomini e idee al confine tra ordine e caos” è il settimo libro segnalato per la “Biblioteca dei classici della complessità”, al Complexity Literacy Web-Meeting dell’autunno 2020.
Articolo di Massimo Conte
Le domande
Perché circa 600 milioni di anni fa alcune cellule iniziarono ad aggregarsi, dando vita prima ad organismi pluricellulari e poi sempre più complessi, fino ad arrivare all’uomo? Se l’evoluzione si regge sulla sopravvivenza del più forte, perché oltre alla competizione esistono anche fiducia e cooperazione?
Che cos’è la vita? Solo una forma molto complicata di chimica del carbonio? O qualcosa di più sottile?
Che cos’è la mente? In che modo da una massa pesante poco più di un chilo e mezzo (il cervello) possono nascere qualità inafferrabili come la sensazione, il pensiero, l’intenzionalità e la coscienza?
Perché esiste qualcosa invece del nulla? Da un lato sappiamo che dal Big Bang in avanti l’universo ha mostrato una tendenza al disordine, alla dissoluzione e al decadimento, come da secondo principio della termodinamica. Eppure ha generato strutture su ogni scala: galassie, stelle, piante, animali, cervelli.
La domanda è: in che modo? Forse alla tendenza al disordine si contrappone una tendenza altrettanto forte all’ordine, alla struttura e all’organizzazione? Come possono i due processi agire contemporaneamente?
Le risposte
Questi interrogativi hanno un aspetto in comune: si riferiscono tutti ad un sistema complesso, cioè un sistema in cui sono coinvolti numerosi fattori interdipendenti. Basta pensare alle cellule, ai cervelli, alle società.
Alberto Felice De Toni ed Enzo Rullani parlano di un’evoluzione già visibile nel presente ma destinata a diventare sempre più rilevante nel prossimo futuro: la crescita esponenziale della complessità che sta trasformando il senso stesso del vivere e del lavorare.