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Abbiamo chiesto a Maria Stella Bottai, storica dell’arte e studiosa della complessità, una lettura dell’ultimo libro di Edgar Morin, pubblicato in Francia a giugno 2021: ecco il testo.

Per i suoi 100 anni da poco compiuti Edgar Morin, pensatore, saggista, tra i massimi teorici della complessità, si regala e ci regala un libro: Leçons d’un siècle de vie, uscito in Francia per le edizioni Denoël e in arrivo in Italia per Mimesis. 
Come annuncia il titolo, l’autore ripercorre le tappe salienti della sua biografia sotto la lente della complessità e secondo il suo metodo. Ma, specifica nel preambolo, senza voler dare lezioni a nessuno, piuttosto trarre lezioni da un’esperienza secolare e condividerle con gli altri.
Leggo il testo durante un lungo viaggio in treno nel sud della Francia, e mi pare che il libro scorra anch’esso su un binario, con due temi portanti che vorrei portare qui all’attenzione (traducendo dal francese le citazioni): la complessità dell’identità e quella del destino.

 

Per Saperne Di Più

Risale al 2000 un volumetto agile e lucido in cui, per analizzare e spiegare la logica fuzzy, viene premessa una presentazione del concetto di complessità di grande efficacia nella sua chiarezza e sintesi.

Si tratta del primo capitolo del libro di Antonella Giulia Pizzaleo, “Fuzzy logic. Come insegneremo alle macchine a ragionare da uomini”, Castelvecchi Editore; capitolo intitolato proprio “Complessità: definizioni”.

Il punto di riferimento della studiosa è Edgar Morin (di cui in appendice viene pubblicata anche una intervista inedita dell’autrice), con i suoi tre principi per “pensare” la complessità: quello dialogico, “che ci permette di sintetizzare due termini al contempo antagonisti e complementari”; il principio della ricorsività dell’organizzazione, per il quale “gli effetti sono al contempo causa e produttori di ciò che li genera”; e infine il principio ologrammatico, che vede la complessità come un ologramma che “contiene in ogni suo punto la quasi totalità di informazione su se stessa”.

L’autrice, nata nel 1974 e scomparsa prematuramente a Roma nel gennaio 2019, è stata ricercatrice, docente e responsabile della Agenda Digitale e della Internet Governance per la Regione Lazio. Alla sua memoria è dedicato il Data Center regionale della Regione Lazio.