Come è possibile rappresentare i concetti della complessità?
Il Cecan – Centre for the Evaluation of Complexity Across the Nexus, in un progetto coordinato dalla professoressa Joanna Boehnert, ha realizzato il Manifesto “The Visual Representation of Complexity”, in cui sono sintetizzati 16 concetti del pensiero complesso, e per ognuno sono fornite una definizione, degli esempi e una rappresentazione grafica.
Il Complexity Education Project ne ha curato la traduzione in italiano (responsabile della traduzione e localizzazione: Massimo Conte).
“Caos quotidiano. Un nuovo mondo di possibilità” di David Weinberger è il quarto libro presentato al Complexity Literacy Web Meeting dell’autunno 2021, per la “Biblioteca dei nuovi classici della complessità”.
Articolo di Massimo Conte
Le domande
In che modo il nostro coinvolgimento con la tecnologia sta cambiando il modo in cui vediamo come accadono le cose?
Qual è stato finora (almeno per lungo tempo) il nostro sistema per capire come andavano le cose nel mondo, e perché?
In che modo i nostri strumenti influenzano la nostra esperienza e comprensione del mondo, e viceversa?
Cosa abbiamo sacrificato nel nostro tentativo di rendere il mondo comprensibile e controllabile?
Il libro di riferimento
Il libro di cui parliamo è “Caos quotidiano. Un nuovo mondo di possibilità” di David Weinberger, pubblicato da Codice Edizioni nel 2020.
“Visual Complexity” è il quinto libro segnalato per la “Biblioteca dei classici della complessità”, al Complexity Literacy Web Meeting dell’autunno 2020, evento co-organizzato dal Complexity Education Project insieme al Complexity Institute.
Di seguito il video della presentazione tenuta durante il Web Meeting, e a seguire l’articolo lungo di cui il video è una sintesi.
Il Santa Fe institute, centro di ricerca indipendente e no-profit in New Mexico, leader nel campo della formazione nelle scienze dei sistemi complessi, ha recentemente aggiornato la sua offerta di corsi MOOC per il 2021.
“Complessità. Uomini e idee al confine tra ordine e caos” è il settimo libro segnalato per la “Biblioteca dei classici della complessità”, al Complexity Literacy Web-Meeting dell’autunno 2020.
Articolo di Massimo Conte
Le domande
Perché circa 600 milioni di anni fa alcune cellule iniziarono ad aggregarsi, dando vita prima ad organismi pluricellulari e poi sempre più complessi, fino ad arrivare all’uomo? Se l’evoluzione si regge sulla sopravvivenza del più forte, perché oltre alla competizione esistono anche fiducia e cooperazione?
Che cos’è la vita? Solo una forma molto complicata di chimica del carbonio? O qualcosa di più sottile?
Che cos’è la mente? In che modo da una massa pesante poco più di un chilo e mezzo (il cervello) possono nascere qualità inafferrabili come la sensazione, il pensiero, l’intenzionalità e la coscienza?
Perché esiste qualcosa invece del nulla? Da un lato sappiamo che dal Big Bang in avanti l’universo ha mostrato una tendenza al disordine, alla dissoluzione e al decadimento, come da secondo principio della termodinamica. Eppure ha generato strutture su ogni scala: galassie, stelle, piante, animali, cervelli.
La domanda è: in che modo? Forse alla tendenza al disordine si contrappone una tendenza altrettanto forte all’ordine, alla struttura e all’organizzazione? Come possono i due processi agire contemporaneamente?
Le risposte
Questi interrogativi hanno un aspetto in comune: si riferiscono tutti ad un sistema complesso, cioè un sistema in cui sono coinvolti numerosi fattori interdipendenti. Basta pensare alle cellule, ai cervelli, alle società.
Il Complexity Institute e il Circolo ACLI di Mirano-Cultura KM Zero hanno organizzato nel mese di Aprile una serie di web-meeting, in cui due relatori si confrontano su alcuni temi legati al periodo che stiamo vivendo, affrontandoli dai diversi punti di vista delle scienze della complessità.
Recentemente abbiamo segnalato nella sezione New Speciale COVID 19 un articolo interattivo del Washington Post, diventato nel giro di pochi giorni il pezzo più letto di sempre sul sito del giornale. Ma come funziona un’epidemia e quali sono i parametri su cui possiamo agire?
Il Complexity Education Project ha tradotto in italiano la simulazione “Outbreak”, realizzata da Kevin Simler.
L’attuale scenario dell’epidemia di coronavirus sta evolvendo rapidamente. In alcune delle mie cerchie sociali la preoccupazione più urgente non è, tuttavia, centrata su ciò che dovremmo fare per tenere tutto ciò sotto controllo. Per molte persone la preoccupazione principale sembra essere quella di non apparire preoccupata o, dio non voglia, in preda al panico.
Per quello che posso dire, questo non deriva da una sobria analisi dei fatti, ma da una sorta di pensiero magico che afferma che eventi così negativi non sono accaduti da molto tempo e quindi sicuramente ciò che sta accadendo non può essere un male così grande. I modelli mentali, come quello appena citato, sono le strutture che ci aiutano a pensare al mondo. Ecco perché, in situazioni come queste, può essere utile esaminare e mettere alla prova i nostri modelli mentali.
Quindi ecco di seguito quattro concetti di base (presi dalla teoria dei sistemi complessi) che possono aiutarci a dare un senso a ciò che sta succedendo, e a spiegare perché gli epidemiologi e gli esperti di sanità pubblica siano così tanto allarmati.