Un sistema può essere semplice, complicato, caotico o complesso. Vediamo in sintesi le differenze.
Semplice (etimologia: sine+plico, ovvero senza pieghe) è un fenomeno o un sistema lineare, ripetibile, con un chiaro rapporto di causa-effetto, e di cui è possibile realizzare modelli matematici che permettono di prevederne gli sviluppi.
Complicato (etimologia: cum plico, ovvero con piegature, che è possibile “s-piegare”) è un fenomeno o un sistema scomponibile nelle sue parti lineari, ripetibile (a parità di condizioni al contorno), anch’esso con un rapporto di causa-effetto, e di cui è possibile realizzare modelli matematici che permettono di prevederne gli sviluppi, pur con difficoltà di calcolo e di approssimazione (riferimento al metodo scientifico classico, al riduzionismo e al determinismo).
Complesso (etimologia: cum+plècto ovvero intrecciato, tessuto insieme) è un sistema non lineare, composto di molti elementi collegati tra loro e dipendenti uno dall’altro, non riducibile (l’insieme è superiore alla somma delle parti), non ripetibile né prevedibile, senza più nessun rapporto lineare di causa-effetto; riguarda in particolare i fenomeni biologici e sociali; richiede una visione sistemica, reticolare, non sequenziale.
Nota: esiste una categoria specifica di sistemi dinamici che vengono detti caotici; tali sistemi, pur essendo apparentemente semplici e sottoposti a leggi deterministiche, sono sensibili alle condizioni iniziali e di contorno (e quindi anche a minime variazioni degli input) e danno luogo (output) a evoluzioni descritte nello spazio delle fasi da orbite imprevedibili, diverse tra loro, ma sempre contenute in uno spazio circoscritto, definito dagli attrattori tipici del cosiddetto caos deterministico.